Aborto Terapeutico
L’aborto terapeutico è un’interruzione di gravidanza che avviene nel secondo trimestre di gestazione. Questo intervento può essere scelto dalla donna in quanto il feto presenta delle malformazioni gravi che possono essere motivo di pericolo per la salute fisica e mentale della donna, oppure quando le probabilità di sopravvivenza del feto dopo la nascita sono scarsissime.
L’aborto terapeutico è un evento ad altissimo stress emotivo, sia nel momento in cui la donna apprende la notizia che ci sono complicazioni inaspettate nel feto, sia nel periodo post abortivo.
La notizia spezza un equilibrio preesistente fatto di un crescendo di fantasie, aspettative e progetti sulla propria genitorialità.
Infatti, superato il periodo critico del primo trimestre, la donna tende mentalmente ad essere maggiormente serena sulla riuscita di portare a termine la gravidanza, inoltre ecografie e crescita della pancia aggiungono una dimensione fisica (e non solo mentale) del figlio, che quindi non viene solo pensato, ma anche sentito e percepito.
In un brevissimo lasso di tempo, la donna viene a conoscenza delle gravi problematiche del feto ed è costretta a prendere una decisione istantanea al riguardo. La scelta viene presa in solitudine dalla coppia genitoriale, trasformando i sentimenti che tenevano legati al figlio in un vissuto che renda accettabile la decisione presa.
L’altro passaggio traumatico è la modalità di intervento di interruzione di gravidanza, eseguito tramite induzione del parto, facendo coincidere la nascita con la morte.
Tutto ciò che arriva dopo è un tempo dilatato dove tutte le emozioni e i pensieri, che fino a prima non avevano tempo di essere vissuti ed elaborati, iniziano a prendere forma violentemente nella mente della donna.
Ognuno tende a vivere il post aborto in modo personale, ma spesso troviamo vissuti di colpa, depressione e panico.
L’aborto terapeutico è portatore di lutto complicato per la presa di responsabilità della scelta, ha bisogno di trovare un tempo e uno spazio per poter essere elaborato.
I momenti dove la donna (o la coppia genitoriale) necessita di sostegno psicologico sono due: durante il breve lasso di tempo nel quale deve compiere la scelta se portare avanti la gravidanza, e nel periodo post abortivo.
In genere l’ospedale garantisce il sostegno psicologico nella prima fase.
La fase del post aborto è la fase del lutto vero e proprio, è una fase estremamente delicata perché a seconda di come la donna (e la coppia) inizia ad elaborare i pensieri a freddo, le emozioni possono emergere in modo violento, condizionare gli altri aspetti della vita, l’equilibrio tra i partner e la propria identità.
L’interruzione di gravidanza terapeutica è un evento carico emotivamente in ogni sua fase.
La scelta abortiva è il sovraccarico che aggrava i vissuti interni dell’evento, lasciando la sensazione di aver perso per sempre la serenità, perché risulta estremamente difficoltoso pensare di inserire l’evento nel proprio paradigma di vita.
Per tutti questi motivi è assolutamente consigliabile non chiudersi in solitudine e farsi aiutare in un percorso psicologico personale, perché l’evento ha bisogno di essere elaborato, vissuto, condiviso, supportato e accettato.
Se vuoi ricevere maggiori informazioni, puoi contattare la Dott.ssa Michela Andreoli dello Studio Psicoterapia Cognitiva a Brescia, telefonando al 3355787099 o inviando una richiesta tramite il form.
Benessere femminile
dall’infertilità alla maternità
Progetto promosso da Studio Psicoterapia Cognitiva